Giovani carissimi, dal cuore aperto, tutto sogno e ricerca per un qualche cosa che, nell’entusiasmo e brama di qualificarvi, vi realizzi conforme all’argento vivo che vi brucia sotto i piedi, a voi, solo a voi quest’umile lezione, riflessione, meditazione sulla parola SÌ. Se le parole hanno ancora un senso, un loro specifico valore, credo non vi sia difficile comprendere che un nostro SÌ è la risposta ad un particolare impegno, ad un ideale, ad uno stato di vita per i quali ci si dona per la gioia ed il bene degli altri. Non penso scantonare nell’assurdo se oso affermare che nel vocabolario delle parole il SÌ è l’anello che tutte le congiunge e ne fa un soffio vitale nei singoli e specifici valori e perché. Il SÌ è un atto, un gesto di cosciente e intelligente volontà per una ben determinata azione, specifica missione, scelta per uno stato di vita. L’uomo, intelligente e libero, sul suo cammino è se stesso e realizza se stesso in misura dei suoi intelligenti e coscienti SÌ. Lettori e Lettrici, con riflessiva intelligenza introspettitevi e, più che congetturare, rendetevi persuasi e convinti che solo l’uomo intelligente e libero è responsabile dei suoi SÌ. E con i suoi SÌ l’uomo impegna se stesso e si fa genio della sua intelligenza e volontà con le quali arditamente si qualifica nelle più onerose conquiste, particolari missioni ed eroiche scelte. Indiscusso che il SÌ dell’uomo non è per lui, ma per gli altri, e proprio perché è per gli altri, questo SÌ costituisce per se stesso il sublime atto del suo amore, del suo senso fraterno, della sua intima bontà ed evangelica carità. È proprio dell’Amore vivere per gli altri e, nel Fiat della Madonna benedetta, primo SÌ alla chiamata di Dio per la salvezza del mondo, si apre una storia di eroismo e di bontà sempre presenti, davanti alla quale tutta la scienza umana svanisce come l’ombra al sorgere della luce. Lo so, lo conosco che nell’impero dell’egoismo e dell’autosufficienza al SÌ si è sostituito l’IO, e per questo la famiglia umana vaga smarrita e delusa, trepida attende gli uomini del SÌ per ritrovare la sua sicura guida per un mondo migliore. La babele delle idee, delle facili proposte, delle insipienti congetture impongono delle serie riflessioni. Buoni e ardenti giovani, aprite la vostra mente ed il vostro cuore alla luce del Vangelo e, con la forza della vostra buona volontà, uscite dai compromessi e fate le vostre scelte valide e ardimentose. Ritrovatevi, riscopritevi nei vostri intelligenti SÌ. «Se vuoi essere perfetto va’, vendi ciò che hai e dallo ai poveri; poi vieni e seguimi», ha detto Gesù. Carissimi giovani, questo non è un linguaggio di altri tempi, fuori moda, ma la parola di sempre, sempre urgente, specie oggi se si vuole convogliare nella giustizia, nella fraternità e nell’amore evangelico tutte le genti per fare di tutti i popoli un solo popolo di Dio. Tocca a voi, proprio a voi, giovani ardenti e buoni, aprirvi alle chiamate di Dio e, nei vostri SÌ, rendervi pionieri di redenzione e di pace.
Le avventure dei SÌ sono la testimonianza del Crocefisso, di cui il Papini scrive: «L’uomo più amato perché il più fuggito e combattuto». Se tutta la religione è amarsi scambievolmente, chi mi può contestare che il mio reale amore per i fratelli è il mio SÌ a Dio? Quanto sono meravigliose le scelte di Dio in coloro che nel loro SÌ alla chiamata sono i geni del Vangelo, gli uomini apostolici della bontà, della santità, della carità!
Padre Mario Maria Merlin
Fiaccola n. 3/1978